“Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti è sicuramente un bel film, che fin dal titolo segnala quello che sarà l’incessante comporsi e rincorrersi di citazioni. È un’opera molto intelligente e libera che innesca il gioco speculativo del “come sarebbe andata se” nella storia politica italiana. Oltre a ricordarci come molte coscienze siano tenute in ostaggio, inconsapevolmente, dalla faziosità ideologica. Da qui al considerarlo un film eccezionale, come ho letto e ascoltato da molte parti, ho un’opinione diversa.
Moretti è un regista a me caro sin dall’adolescenza. Ispido e irriverente, con la sua voluta recitazione spigolosa e quasi non recitazione ben inquadrava le contraddizioni non solo politiche ma morali di quegli anni e dei successivi. Era per me, soprattutto allora, un regista di rottura, e ho visto quasi tutti i suoi film. Uno dei più significativi, che riesce ancora a commuovermi e supporta la mia indole piena di dubbi è “La messa è finita”. Ricordo invece l’impatto estraniante di “Sogni d’oro” che vidi a sedici anni. Uscii, uscimmo dal cinema noi amici, alcuni dei quali poi amici per tutta la vita, un po’ confusi anche se molto divertiti. Non era un film semplice.
Di formidabile “Il sol dell’avvenire” ha il monologo sull’uso e abuso della violenza nel cinema che cita “Breve film sull’uccidere” di Kieślowski. E qui ci siamo. E che dire del protagonista che suggerisce dall’automobile a una giovane le parole da dire al suo amato, mentre “La canzone dell’amore perduto” di De André si percepisce qui più struggente di sempre? Detto tutto ciò, non lo definirei un film straordinario. C’è tutto Moretti, e senza dubbio una sintesi mirabile del suo cinema e un’adorabile ironia, ma c’è anche una narrazione di alcuni aspetti (per esempio il rapporto tra Giovanni e Paola) rallentata e convenzionale, vista e rivista nell’ultimo cinema italiano. Il film nel film mi è piaciuto molto, coi suoi trapezisti e l’atmosfera circense che è tante cose. Quindi, risparmio le iperboli che a volte paiono quasi necessariamente dovute ai registi amati che hanno fatto i film della nostra vita e dentro la nostra vita, e consiglio “Il sol dell’avvenire”.