Sovrapposizioni
La luce pulsava. Battiti irregolari di nostalgia e trepidazione sul mare. Una creatura tentava di preservarne – ingenua – l’esatto ricordo, puntando l’obiettivo verso l’orizzonte. Un mercantile e una vela si sovrapponevano tra lei e l’infinito. Due metafore galleggianti, affiancate per qualche istante, illuminate dallo stesso trapezio di luce. Era un contrasto che le piacque voler poi meglio ricordare.
Qualcuno le passò accanto. Aveva deciso di fare una passeggiata al tramonto. Così, per non fare agonizzare le idee nelle sabbie mobili di orari e doveri. Così, per vedere il mare. E proprio davanti ai suoi occhi una vela dondolava placida. Ma tra i suoi occhi e la vela c’era una creatura, tutta d’oro, che sembrava un grande gomitolo di seta cangiante appoggiato a una bitta. Bagliori fantasmagorici, compensazioni di disincanti quotidiani. Oppure bandoli da cercare nella sua vita, era chiaro.
Il mercantile e la vela sembrarono per un istante sfiorarsi. La creatura tutta d’oro pigiò un bottone e fece risuonare un “click”. Qualche attimo e le imbarcazioni erano già fra di loro distanti. La creatura si alzò e fissò sul telefono il suo ricordo. Sfiorò un tasto e lo inviò lontano, destando in qualche universo sorrisi di meraviglia. Poi si allontanò a passo spedito verso qualcosa, verso qualcuno. Il passante respirava ora solitudine piena di salsedine, mentre l’imbrunire calava sulla linea d’orizzonte ormai libera.
Copyright © 2015, Silvia Dacomo
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